Report della riunione del 9 settembre del comitato promotore della manifestazione del 7 ottobre “Pace e libertà per il popolo siriano e tutti i popoli oppressi! Accoglienza, senza condizioni, per tutti i profughi e gli immigrati!”

Siamo ad un mese dalla manifestazione e siamo convinti delle ragioni che ci hanno spinto a convocarla. Salutiamo con soddisfazione la notizia che per lo stesso giorno è convocata una manifestazione sugli stessi contenuti del nostro appello a Barcellona, città così gravemente colpita dalla violenza assassina del terrorismo mentre è stata protagonista della più grande manifestazione in Europa contro il razzismo e per l’accoglienza di chi cerca scampo da guerre, dittature, miseria e terrore.
Gli sviluppi della realtà confermano e precisano le ragioni di fondo che già a maggio ci avevano spinto a decidere insieme che di fronte al bombardamento chimico di Assad, a quelli di Trump e all’imperversare del terrorismo fosse necessario reagire. Abbiamo fin dall’inizio unito la solidarietà con il popolo siriano e quelli mediorientali ed oppressi alla lotta contro il razzismo per accogliere, senza condizioni, profughi ed immigrati. Questa tragica estate ha visto approfondirsi la catena di stragi terroriste come a Barcellona e nel Burkina Faso, continuare il dramma delle morti di innocenti nei mari, ulteriormente facilitate dagli accordi criminali con il governo e banditi libici, mentre si attaccano vergognosamente le Ong.
Abbiamo deciso, per rendere più chiara l’unitarietà della lotta contro le guerre e il terrorismo di cui il popolo siriano è una delle vittime principali e quella per l’accoglienza, di enfatizzare nel titolo la proposta di accoglienza già presente nell’appello della manifestazione. Si è deciso anche di lanciare un appello ai testimoni della lotta per la verità e la giustizia, a partire da chi si batte per l’accoglienza, per la verità e la giustizia per Giulio Regeni e tutte le vittime della repressione in Egitto, contro la normalizzazione dei rapporti con i regimi tirannici e assassini. La manifestazione quindi si intitolerà: “Pace e libertà per il popolo siriano e tutti i popoli oppressi! Accoglienza, senza condizioni, per tutti i profughi e gli immigrati!“. Si è conseguentemente deciso di realizzare un manifesto stampato che avrà questo titolo e a seguire le parole d’ordine dell’appello già deciso nelle precedenti riunioni.
Nelle prossime settimane cominciamo a prepararla ed è auspicabile che si costituiscano comitati promotori locali, che si impegnino nella promozione di incontri, dibattiti e nell’organizzazione della partecipazione alla manifestazione nazionale, che si snoderà da Piazza della Repubblica a Piazza Madonna di Loreto ed è già stata notificata e autorizzata dalla Questura di Roma. Rivolgiamo un caloroso appello a tutte le forze e le realtà pacifiste, dell’antirazzismo, alle comunità immigrate ad aderire e mobilitarsi per il 7 ottobre.
Per pubblicizzare la manifestazione si è deciso di formare a Roma una commissione per l’informazione. Si sono ribadite le decisioni già prese per l’autofinanziamento ed è indispensabile cominciare a versare i soldi per realizzarlo. Ricordiamo che abbiamo deciso una quota di 300 euro per le forze nazionali, di 50 per quelle locali e sottoscrizioni libere per le personalità. Per fare lo striscione, stampare i manifesti, prendere l’amplificazione ecc. c’è bisogno di soldi quindi mettiamoci all’opera per l’autofinanziamento. Si è costituita una commissione organizzativa che varerà un preventivo e successivamente un bilancio delle spese e delle entrate.  Per i versamenti è stata presa un postepay, gli estremi sono: Carta Postepay Evolution, dal tabaccaio o con un bonifico: carta n. 5333171049903053     IBAN (per i bonifici) IT13B076010513821 1552211553 intestata a Germano Mario Federico Monti.  Causale: 7 ottobre a Roma.
Nelle città si stanno prenotando i pullman, è importante che si comunichino tempestivamente orari e luogo di partenza all’email aromaperlasiria@libero.it.

La prossima riunione per la preparazione dell’iniziativa è convocata per sabato 30 settembre a Roma, alle 10.30, nella sede di Via di Porta Labicana n. 56/a (zona Scalo San Lorenzo).

Roma 10 settembre 2017

Per il comitato promotore

Renato Scarola e Germano Monti

UFFICIALE: PER L’O.N.U., ASSAD E’ IL RESPONSABILE DEL BOMBARDAMENTO CHIMICO SU KHAN SHEIKHOUN E DI ALTRI 25 ATTACCHI CON ARMI CHIMICHE

6 settembre 2017

O.N.U.: Le forze governative siriane hanno usato armi chimiche più di due dozzine di volte.

Ginevra (REUTERS) – Le forze siriane hanno usato armi chimiche più di due dozzine di volte durante la guerra civile nel Paese, incluso l’attacco mortale di aprile a Khan Sheikhoun, hanno affermato mercoledì i ricercatori dell’O.N.U. sui crimini di guerra.
Un aereo governativo ha sganciato Sarin sula città nella provincia di Idlib, uccidendo più di 80 civili, ha dichiarato la Commissione d’inchiesta O.N.U. sulla Siria, nel più decisivo dei risultati fin qui ottenuti dalle indagini sugli attacchi con armi chimiche durante il conflitto.
La Commissione ha anche detto che nel corso degli attacchi aerei di marzo degli Stati Uniti su una         moschea nel villaggio di Al-Jina, nelle campagne di Aleppo, sono state uccise 38 persone, tra cui bambini, e che non sono stare adottate precauzioni, in violazione del diritto internazionale.
Le armi utilizzate su Khan Sheikhoun erano state precedentemente identificate come contenenti Sarin, un agente nervoso inodore. Ma questa conclusione, raggiunta da una missione di inchiesta dell’Organizzazione per il Divieto delle Armi Chimiche (OPCW), non aveva chiarito chi fosse responsabile (dell’attacco, N.d.T.).
“Le forze governative hanno utilizzato ripetutamente armi chimiche contro i civili nelle aree controllate dall’opposizione. Nell’incidente più grave, la Forza Aerea Siriana ha usato il Sarin a Khan Sheikhoun, in provincia di Idlib, uccidendo decine di persone, la maggioranza delle quali erano donne e bambini “, ha dichiarato il rapporto O.N.U., definendo l’attacco un crimine di guerra.
Nella loro quattordicesima relazione dal 2011, gli investigatori O.N.U. hanno dichiarato di avere documentato, fino ad oggi, un totale di 33 attacchi con armi chimiche. Ventisette sono stati effettuati dal governo del presidente Bashar al-Assad, compresi i sette fra il 1 marzo e il 7 luglio. Non sono ancora stati identificati i responsabili di sei attacchi precedenti.
Il governo di Assad ha negato ripetutamente l’uso di armi chimiche. Ha sostenuto che i suoi bombardamenti su Khan Sheikhoun hanno colpito un deposito di armi appartenenti alle forze ribelli, versione respinta dagli investigatori dell’O.N.U. Quell’attacco indusse il presidente Usa Donald Trump a lanciare i primi attacchi aerei Usa su una base aerea siriana.
Un’altra indagine congiunta da parte dell’O.N.U. e dell’OPCW punta a riferire in ottobre su chi dovesse essere colpevole per Khan Sheikhoun.
Gli investigatori O.N.U. hanno interrogato 43 fra testimoni, vittime e primi intervistati in merito all’attacco. Sono stati utilizzati immagini satellitari, foto di residui di bombe e precedenti segnalazioni.

“GRAVEMENTE PREOCCUPATI PER I BOMBARDAMENTI DELLA COALIZIONE”

Gli investigatori indipendenti, guidati da Paulo Pinheiro, hanno anche dichiarato di essere “gravemente preoccupati per l’impatto dei bombardamenti della coalizione internazionale sui civili”.
“Ad Al-Jina, provincia di Aleppo, le forze degli Stati Uniti d’America non hanno adottato tutte le precauzioni possibili per proteggere civili e gli obiettivi civili quando hanno attaccato una moschea, in violazione del diritto umanitario internazionale”, ha affermato la relazione.
Un investigatore militare americano ha detto in giugno che l’attacco aereo è stato un attacco valido e legale contro una riunione di combattenti al-Qaeda e che si ritiene che abbia ucciso circa due dozzine di uomini che hanno partecipato alla riunione del gruppo, causando solo una vittima civile.
Gli F-15 americani hanno colpito l’edificio adiacente la sala di preghiera con 10 bombe, seguite da un drone modello Reaper che ha sparato due missili Hellfire a persone che cercavano di fuggire, ha dichiarato il rapporto O.N.U.
“La maggior parte dei residenti di al-Jina, parenti delle vittime e fra i primi intervistati dalla Commissione hanno dichiarato che la sera in questione l’edificio di sevizio della moschea ospitava una riunione religiosa. Si trattava di un evento abituale (…) Il team di puntamento degli Stati Uniti non ha capito quale fosse l’obiettivo effettivo, incluso il fatto che faceva parte di una moschea dove i fedeli si riunivano per pregare ogni giovedì”, afferma il rapporto.

Stephanie Nebehay

Articolo originale: http://www.reuters.com/article/us-mideast-crisis-syria-warcrimes/syrian-government-forces-used-chemical-weapons-more-than-two-dozen-times-u-n-idUSKCN1BH18W?feedType=RSS&feedName=worldNews&utm_source=Twitter&utm_medium=Social&utm_campaign=Feed%3A+Reuters%2FworldNews+%28Reuters+World+News%29

 

7 OTTOBRE IN PIAZZA

Questa estate non verrà ricordata solo per il caldo soffocante e per la siccità, ma anche e soprattutto per alcuni fatti che hanno reso veramente soffocante il clima politico e sociale del Paese. Fra gli altri, citiamo la vergognosa normalizzazione dei rapporti diplomatici con il regime egiziano, nonostante le sue scoperte responsabilità nel martirio di Giulio Regeni e la perdurante repressione; la squallida campagna contro le ONG impegnate nel salvataggio dei profughi in mare e l’accordo criminale con le milizie libiche perché pensino loro a trattenere i migranti; gli innumerevoli episodi di razzismo e di violenza contro i più deboli, compreso lo sgombero dei rifugiati eritrei di Piazza Indipendenza a Roma. Sullo sfondo, nell’indifferenza generale, continuano le mattanze contro le persone e i popoli dall’altra parte del Mediterraneo, in Siria, Yemen, Palestina. Se c’era bisogno di conferme della necessità di una forte mobilitazione nazionale, queste settimane ne hanno fornite veramente tante.

La riunione nazionale per la manifestazione del 7 ottobre è convocata per sabato 9 settembre, alle 11.00, a Roma, in Via di Porta Labicana n. 56/a (zona Scalo San Lorenzo). Le adesioni alla manifestazione vanno inviate a aromaperlasiria@libero.it. Alla stessa mail è possibile comunicare la partecipazione alla riunione del 9 settembre e inviare contributi al dibattito per l’iniziativa.

Di seguito, il testo dell’appello per la manifestazione e le adesioni aggiornate.

Da oltre sei anni la Siria è teatro di violenze e orrori indicibili. Le pacifiche manifestazioni popolari per libertà e la giustizia sociale sono state represse con inaudita ferocia dal regime del clan Assad, che nulla ha risparmiato al popolo siriano in termini di crudeltà non esitando ad usare armi chimiche. (altro…)